Emergenza Coronavirus e disturbi mentali: le ultime istruzioni del Ministero della Salute

In data 23 aprile 2020, il Ministero della Salute ha adottato una circolare con le indicazioni pratiche destinate ai servizi che si occupano di disturbi mentali, con l’intento, da un lato di offrire un testo di riferimento e, dall’altro lato, di declinare le direttive per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 tenendo conto della specificità dei livelli di assistenza erogati dai Dipartimenti di Salute Mentale e dai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (SNIA).

L’obiettivo è quello di garantire, perdurando l’emergenza sanitaria, il massimo livello di assistenza compatibile con le esigenze di sanità pubblica e di sicurezza delle cure, fornendo linee di carattere organizzativo e gestionale relative al riassetto dei sistemi di cura reso necessario dall’emergenza.

Perché delle indicazioni operative specifiche per i pazienti affetti da sofferenza psichica?

La Circolare del Ministero della Salute 23.4.2020 è stata elaborata tenendo conto della Guida “COVID-19” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che indica, tra i servizi essenziali da garantire, quelli che si occupano di disturbi mentali; in Italia, questi servizi trattano oggi approssimativamente 900.000 adulti e 500.000 minori.

Al di là dell’intuitiva importanza dei numeri appena visti, va considerato che:

  • le persone con disturbi psichiatrici sono, generalmente, più suscettibili alle infezioni per diversi motivi e, nel caso del COVID-19, potrebbero essere più a rischio di contrarne forme gravi;
  • tale popolazione già presenta un elevato rischio di mortalità: la speranza di vita è ridotta, rispetto alla popolazione generale, di 15-20 anni;
  • è ampiamente documentato che tra le persone affette da disturbi psichici sono molto frequenti le malattie respiratorie, la cui causa principale va ascritta a tassi di tabagismo estremamente elevati;
  • nel corso di un anno, circa il 15% delle persone con disturbi psichici è ricoverato per periodi medio-lunghi di permanenza in contesti ospedalieri e residenziali, con elevato rischio specifico di contrarre patologie respiratorie, inclusa la polmonite;
  • inoltre, le persone con problemi di salute mentale, rispetto alla popolazione generale, potrebbero essere maggiormente influenzate dalle risposte emotive provocate dall’attuale pandemia, con conseguenti ricadute o peggioramento di una condizione di salute mentale già esistente a causa dell’elevata suscettibilità allo stress.

Necessario un approccio uniforme e tempestività organizzativa

Alla luce delle premesse sopra viste, mantenere la funzionalità della rete dei servizi territoriali, soprattutto quelli rivolti alle persone più fragili (persone con sofferenza psichica, con disabilità, con malattie a decorso protratto) assume dunque particolare rilevanza e pregnanza nel corso dell’attuale emergenza sanitaria da SARS-CoV-2. Al contempo, è però necessario poter anche garantire l’incolumità ed il rischio minimo di diffusione del virus in pazienti, familiari ed operatori.

Le nuove tecnologie (pagine social, messaggistica individualizzata, applicazioni per smartphone, attività abilitative on line con software dedicati, tutorials e piattaforme dipartimentali protette ma interattive, strumenti gratuiti di Google o di altre piattaforme) divengono strumento essenziale per lavorare con gli utenti e le loro famiglie, anche nella gestione del disagio mentale.

La circolare ministeriale:

* codifica un patrimonio condiviso di modalità operative, applicabili su tutto il territorio nazionale, per evitare che si possano verificare disuguaglianze inter- e intra-regionali, interpretazioni difformi di norme a carattere generale, o che non vengano intraprese tempestivamente le necessarie misure preventive;

* pone direttive uniformi, valide su tutto il territorio nazionale, per definire i percorsi di accesso alle cure dei pazienti COVID-19 afferenti a queste categorie particolarmente “deboli” e per assicurare la protezione individuale agli operatori,

con l’obiettivo di garantire, perdurando l’emergenza sanitaria, il massimo livello di assistenza compatibile con le esigenze di sanità pubblica e di sicurezza delle cure.

In quest’ottica, l’adozione della circolare non sembra particolarmente tempestiva, poste le molte settimane passate dall’inizio dell’emergenza.

Indicazioni emergenziali per le attività assistenziali e le misure di prevenzione e controllo nei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM)

Sulla base di queste premesse introduttive, la prima parte della circolare si occupa dei servizi psichiatrici per adulti, elencando istruzioni operative specifiche per ciascun servizio.

Vengono date indicazioni generali ed istruzioni operative diversificate per:

* centri di salute mentale ed ambulatori

* centri diurni/strutture semiresidenziali

* strutture residenziali psichiatriche e REMS

* ricoveri ospedalieri nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura.

D’interesse generale sono le istruzioni per la gestione dei pazienti con disturbi psichiatrici acuti e sintomi COVID-19 (già ricoverati in reparto psichiatrico, oppure che richiedano un ricovero psichiatrico; già ricoverati per sintomatologia COVID-19 e che manifestino poi sintomi psichiatrici importanti; oppure che accedano al Pronto Soccorso con tali sintomi e con riferimento ai quali emerga un sospetto o la certezza di positività al COVID-19) e per l’approccio con un paziente che manifesti uno stato di forte agitazione e/o comportamenti aggressivi.

Istruzioni per i Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) e di riabilitazione dell’età evolutiva

Un discorso a parte viene fatto per i servizi di NPIA e di riabilitazione dell’età evolutiva che seguono, oltre alla popolazione in età evolutiva con disturbi psichiatrici, anche utenti con disturbi neurologici e con patologie associate che determinano una rilevante fragilità dal punto di vista organico.

Benché vi siano segnalazioni di un minor rischio di suscettibilità alla malattia dei bambini e di una minore gravità dell’eventuale infezione, non vi è alcuna evidenza che essi (ed in particolare gli adolescenti, più difficili da limitare negli spostamenti e nei contatti con i pari) non possano fungere da vettori, in particolare quando asintomatici. Inoltre, la gestione della distanza di sicurezza è impossibile con molti utenti e per molte tipologie di interventi (psicomotori, neuromotori, logopedici, educativi ecc.).

D’altra parte, si tratta di una popolazione destinata a trovarsi in estrema difficoltà a fronte dell’improvvisa mancanza, temporanea o permanente, dei caregiver principali, nonché degli operatori di riferimento.

In quest’ottica, la circolare evidenzia la necessità di disporre, fin dall’inizio, di un piano organizzativo di emergenza, nonché di chiara strutturazione per lo smart working e la telemedicina in questo genere di servizi: organizzazione presumibilmente mancata, in molte realtà, nelle scorse settimane.

Vengono date, anche in questo caso, indicazioni generali ed istruzioni operative diversificate per:

  • attività ambulatoriali territoriali
  • attività semiresidenziali e residenziali terapeutiche
  • attività specialistiche ospedaliere.

Per i pazienti reclutati in studi clinici, dovranno essere seguite le specifiche indicazioni reperibili nei siti di AIFA) e di EMA (Guidance to sponsors on how to manage clinical trials during the COVID-19 pandemic).

Trovate tutte le istruzioni generali e specifiche nella circolare qui allegata.

SCARICA IL DOCUMENTO

Circolare Ministero Salute 23.4.2020

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