Iniziative inappropriate di avvocati contro i professionisti sanitari impegnati nell’emergenza Coronavirus: interviene il CNF

Nel pieno di una crisi sanitaria senza precedenti, si moltiplicano le denunce nei confronti di medici ed operatori sanitari, sollecitate da avvocati ed “organizzazioni legali” che cercano di accaparrarsi nuovi clienti evidenziando l’opportunità di ottenere lauti risarcimenti connessi alla gestione dell’emergenza Covid 19.

Vediamo la posizione forte – e pienamente condivisibile – adottata dal Consiglio Nazionale Forense sull’evento.

Dopo gli applausi dalle finestre ed i plateali elogi all’eroismo ed all’abnegazione di medici ed operatori sanitari, schiacciati da un compito immane per numero e gravità dei pazienti e carenze organizzative inimmaginate, si mostra il lato meno umano dell’emergenza.

Dilagano sui social media post sponsorizzati, che alludono a proficue azioni di risarcimento dei danni alla salute conseguenti a pretesi atti di malpractice connessi all’emergenza Coronavirus e che sono lontani anni luce da quella che dovrebbe essere la corretta comunicazione professionale, rispettosa della responsabilità e funzione sociale dell’avvocato.

A fronte della segnalazione dalla FNOMCEO e della reazione di numerose associazioni degli operatori sanitari, la risposta dei massimi organi dell’Avvocatura non si è fatta attendere.

“Forte condanna per iscritti che violano principi etici dell’avvocatura”

Il Consiglio Nazionale Forense (CNF), l’istituzione di rappresentanza dell’intera avvocatura italiana, si è riunita in seduta straordinaria il 1° aprile per condannare fermamente le iniziative, “per fortuna limitate e marginali”, di alcuni avvocati e studi legali che offrono prestazioni volte a incoraggiare azioni giudiziarie nei confronti dei medici e dei professionisti sanitari “impegnati in prima linea sul fronte dell’emergenza Covid-19 per tutelare e salvare la vita ai tanti cittadini coinvolti, anche a costo di mettere in pericolo la propria e quella dei loro familiari”.

“Il Consiglio nazionale forense assicura alla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri  l’attenta e forte vigilanza di tutte le istituzioni forensi nell’individuare e sanzionare i comportamenti di quei pochi avvocati che intendono speculare sul dolore e le difficoltà altrui, nel difficile momento che vive il nostro Paese”.

I comportamenti di alcuni iscritti – si legge nella delibera del CNF – minano l’immagine di tutta l’avvocatura che, invece, “anche e soprattutto in queste circostanze, ancora una volta, sta dimostrando piena consapevolezza del ruolo sociale a cui è chiamata e a cui non intende sottrarsi”.

La delibera censura e condanna con forza e convinzioneogni comportamento che in qualsiasi forma e modo integri grave violazione di principi etici condivisi, principi etici che informano e non possono non informare la professione di avvocato”.

Attenzione alle condotte che violano il divieto di accaparramento di clientela ed i principi di correttezza e di decoro della professione legale

Non dimentichiamo che gli avvocati violano il divieto di accaparramento della clientela in tutti i casi in cui promettano prestazioni professionali, per esempio, senza anticipi, senza spese, senza rischi e/o in tempi non congrui, nonché quando offrano di procedere al pagamento solo in caso di ottenimento del risultato: in tutti in quei casi, insomma, in cui l’avvocato tenti di acquisire rapporti di clientela con modalità non conformi a correttezza e decoro.

Anche la pubblicità professionale al di fuori dei canoni deontologici deve considerarsi scorretta e dunque illegittima. Le informazioni pubblicitarie sull’attività professionale, per essere lecite e corrette, devono essere caratterizzate da trasparenza, correttezza, non equivocità, non devono essere ingannevoli, né comparative, né suggestive od elogiative, e ciò anche per un evidente scopo di tutela dell’affidamento della collettività.

Come da costante giurisprudenza del CNF,

“Costituisce illecito disciplinare l’informazione, diffusa anche attraverso siti internet, fondata sull’offerta di prestazioni professionali gratuite ovvero a prezzi simbolici o comunque contenuti e bassamente commerciali, in quanto volta a suggestionare il cliente sul piano emozionale, con un messaggio di natura meramente commerciale ed esclusivamente caratterizzato da evidenti sottolineature del dato economico”

(si veda la sentenza n. 23 del 2019 qui allegata).

Oggi, ancor più che in altri momenti, si impone a mio avviso un richiamo alla serietà, sobrietà e funzione sociale della professione legale.

Solidarietà e gratitudine per i professionisti sanitari

Tornando alla delibera e per concludere, il CNF esprime profonda solidarietà alla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, “a cui si stringe in un rinnovato patto di collaborazione e alleanza” ed

“esprime in maniera forte e incondizionata la propria gratitudine a tutti i medici, ai professionisti sanitari e ai tanti volontari quotidianamente impegnati nella cura e nell’assistenza dei cittadini colpiti dal contagio e la propria vicinanza a tutti i dottori, operatori, volontari, che sono stati contagiati dal Covid-19 nell’esercizio della loro opera di cura”.

Una posizione che non posso che condividere integralmente.

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CNF-Comunicato stampa 1° aprile 2020

CNF-sentenza 23-2019

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